20. Ventunesima testimone (Sara)
Per quanto riguarda la signora Veronese, abbiamo mandato un collaboratore dal nostro Policlinico. Non sapevo che la bambina scomparsa fosse sua figlia.
Aspettate un attimo che cerco la cartella. Vediamo un po’... Quando è venuta la prima volta era giugno di tre anni fa.
Come è scritto nella cartella, la signora Veronese si era ferita per proteggere sua figlia e aveva corso il rischio di cadere dalle scale. Eleonora aveva preso solo una storta alla caviglia ma la signora Veronese si era ferita gravemente: si era fratturata una costola e aveva delle contusioni su un braccio, sulle spalle e sulle gambe, e in più si era anche rotta un dente, un incisivo.
Certo che abbiamo dubitato di violenza domestica, perché era molto scossa. Quindi l’abbiamo esaminata accuratamente: abbiamo fatto una radiografia e una tac, e in più un colloquio con l’assistente sociale. Ma non abbiamo trovato fratture guarite naturalmente e segni di maltrattamento sulla bambina.
Però abbiamo deciso di mandare un nostro collaboratore, perché la signora Veronese, che risulta malata psiachiatrica, aveva rifiutato con decisione l’ospedalizzazione a breve termine, consigliatale dall’assistente sociale. Ci sono anche possibilità di suicidio, e in più non abbiamo ancora abbandonato l’ipotesi di violenza domestica. Abbiamo deciso di seguire il caso con calma.
È tornato proprio ora il collaboratore incaricato della cura della signora Veronese.
collaboratore介護士/Policlinico総合病院/cartellaカルテ/storta捻挫/caviglia足首/costola肋骨/contusione打撲傷/dente incisivo前歯/dubitare di ~(~を)疑う。怪しむ。ではないかと思う。scossaショック、精神的打撃/accuratamente注意深く、慎重に/radiografiaレントゲン/tac CTスキャン/colloquio問診、話し合い/segni 兆候/maltrattamento虐待/suicidio自殺
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a persone, fatti e/o luoghi esistenti è da considerarsi puramente casuale.
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Come è scritto nella cartella, la signora Veronese si era ferita per proteggere sua figlia e aveva corso il rischio di cadere dalle scale. Eleonora aveva preso solo una storta alla caviglia ma la signora Veronese si era ferita gravemente: si era fratturata una costola e aveva delle contusioni su un braccio, sulle spalle e sulle gambe, e in più si era anche rotta un dente, un incisivo.
Certo che abbiamo dubitato di violenza domestica, perché era molto scossa. Quindi l’abbiamo esaminata accuratamente: abbiamo fatto una radiografia e una tac, e in più un colloquio con l’assistente sociale. Ma non abbiamo trovato fratture guarite naturalmente e segni di maltrattamento sulla bambina.
Però abbiamo deciso di mandare un nostro collaboratore, perché la signora Veronese, che risulta malata psiachiatrica, aveva rifiutato con decisione l’ospedalizzazione a breve termine, consigliatale dall’assistente sociale. Ci sono anche possibilità di suicidio, e in più non abbiamo ancora abbandonato l’ipotesi di violenza domestica. Abbiamo deciso di seguire il caso con calma.
È tornato proprio ora il collaboratore incaricato della cura della signora Veronese.
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