Ieri ho scritto di me. Oggi il discorso torna sul libro. Secondo Signora Branzi( madre di La Pina), i colori dei Kimono sono completamente diversi da quegli occidentali. I cosplay hanno portato in strada a Harayuku i protagonisti dei manga in una gara ad aggiungere, strato su strato, accessori, pizzi, pellicce, ciondolini, fiocchi, sottogonne, calzini di pizzo e borsette, e poi ancora ciondoli ovunque si possano appendere. Ho copiato tanto dal libro, vorrei scrivere piuttosto le mie parole, ma le mie parole italiane sono così poche, perciò vorrei chiedere a scusarmi. Comunque Signora Branzi ha scritto la verità, e recentemente non sono andato a Harajuku, non so se i giovani fanno i cosplay. Almeno quando frequentavo a Harajuku c'erano i musicisti, però non ho mai visto una persona chi ha fatto il cosplay. Ho sentito che ad Akihabara c'erano molti cosplay, ma più di 10 anni fa, perché succedette un caso, in quel tempo faceva Hokoten(letteralmente il paradiso dei pedoni, secondo il mio dizionario significa isola pedonale, Hokoten è abbreviazione di hokousha tengoku), e un giorno un uomo prese un camion e investì nella gente, poi lui scese dal camion, tirò fuori un coltello e infilzò i pedoni. Qualche ragazza diventò vittima (cioè morirono alcune ragazze). Questo è il Giappone. Non c'è una differenza tra il vostro paese e il nostro paese. Alla fine è stata vietata l'isola pedonale da quel tempo ad Akihabara. Andiamo avanti.
Signora Branzi ha scritto :"A fare ai cosplay da propellente i cartoni di Miyazaki( lui è famoso direttore dei cartoni animati giapponesi), le opere di Yayoi Kusama (purtroppo non la conosco) e di Yoshitomo Nara( mi dispiace, neanche non lo conosco). Forse è giusto. Ai giovani pacciono loro, i giovani imitino i personaggi dei loro cartoni animati. Comunque lei osserva gli abiti giapponesi. Lei ha scritto solo 2 pagine, ma lì c'è la verità degli abiti giapponesi, se vi interessa, leggete il libro, non vorrei copiare più.
A parte questo La Pina ha scritto su shopping. Secondo lei, il nostro paese è un altro pianeta. Qua si compra tanto e si spende poco. Sì, certamente Uniqlo e GU sono economici, e Harajuku, Shimokitazawa e Koenji troverete il vintage, tuttavia quando ero giovane, facevo lo shopping a Isetan dove uno dei grandi magazzini di Shinjuku. Volevo acquistare gli abiti italiani, però sono carissimi per me, di conseguenza mi accontentavo di prodotto francese. Oggi il mio stipendio è un terzo di quel tempo, per questo compro i miei vestiti da Sakazen dove si compra gli abiti molto economici, ma non vi piacerebbero, perché non sono fighi (in giapponese si dice "Dasai", ricordatevi). Per quanto riguardano le taglie certamente noi siamo meno grandi di voi, per questo dovreste cercare le taglie giuste con fatica.
Le scarpe. Riguardo alle scarpe noi usiamo centimetri. Invece voi usate un altro modo, vero? Io non capisco perché La Pina ha scritto taglia S, M e L, se usa questo modo taglia P, M e G, giusto? Comunque usiamo centimetri. Detto tra parentesi la mia taglia è 26,5. Scusate, non vi interessa, vero? Solo un esempio. E ho capito una cosa. La Pina ha scritto per le donne (ma scritto anche uomini, però poco), esempio ha scritto:" le giapponesi non hanno tette grosse" oppure "Ciabattano e arrancano sui tacchi ( usare tacchi alti sono le donne o i transgender)" e "le ragazze che indossano scarpe come fossero bambine che giocano con le scarpe della mamma sono sexy". Eppure voglio leggerlo, peché voglio sapere le italiane dove vanno a Tokyo, magari voglio conoscerle a Tokyo.
La Pina ha scritto :" In tutti negozi accettano la cata di credito. Sì, esatto. Ma non sono tutti, i negozi privati piccoli non la accettano. La Pina ha scritto :" Cambiate i contanti nella vostra banca prima di partire in modo da non avere tassi troppo alti, ma nel caso dovreste rimpinguare il portafoglio vi do 2 dritti". E lei ha scritto sulla catena Seven Eleven. Anch'io lavoro in un Seven Eleven. Se aveste un problema, vorrei aiutarvi, ma voi parlate bene giapponese, non ha bisogno il mio aiuto, per questo non venite da me, vero? Sono triste. Comunque nel Seven Eleven c'è un bancomat e aperto 24 ore su 24, si può usare la carta di credito. è molto disponibile. Io so che solo una volta un cassiere di un supermercato mi ha fregato il resto a Roma, però questa cosa era colpa mia. Prima di partire a Roma, un mio amico italiano mi ha insegnato un proverbio :"Chi si fa pecora, il lupo lo mangia". Eppure io amo Italia. Vorrei dire una cosa, non esiste chi si offende di ricevere la mancia. Anche ai giapponesi piace la mancia, solo non abbiamo un'abitudine di dare e ricevere la mancia.
Ho scritto :" La pina ha dimenticato di scrivere festival estivi, si vanno a vedere i fuochi d'artificio", ma non è vero. Lei non ha dimenticato. La spiegazione di Kimono è questa prova. Scrivo un po'. Secondo La Pina, Yukata si usa alle terme dopo il bagno o ai festival estivi. Sono d'accordo la sua opinione. Lei ha ragione anche questo argomento sulla tradizione. Tutti indossano kimono o yukata per le feste e in occasioni speciali. Vabbeh, chiudiamo argomento su Kimono e Yukata.
Quelli che La Pina ha presentato, cioè Loft e Tokyu Hands sono le catene di negozi di Shibuya. Sì, certamente Tokyu Hands si trova anche nel Takashimaya di Shinjuku. Ma non c'è tanto quello che voglio, ah c'era uno. 10 anni fa vendeva un letto di magniflex, tuttavia prima di acquistarlo, è scomparso davanti a me. Daiso c'è vicino a casa di mia madre, come La Pina ha scritto, tutto a 100 yen.
E Don Quijote. C'è sulla via Shokuan, si vende tanta roba. La spiegazione leggete il libro.
Vorrei scrivere su "Yodobashi camera". Qui trovate elettrodomestici naturalmente economici. Ah, devo andare a letto. A domani. Ciao.
Signora Branzi ha scritto :"A fare ai cosplay da propellente i cartoni di Miyazaki( lui è famoso direttore dei cartoni animati giapponesi), le opere di Yayoi Kusama (purtroppo non la conosco) e di Yoshitomo Nara( mi dispiace, neanche non lo conosco). Forse è giusto. Ai giovani pacciono loro, i giovani imitino i personaggi dei loro cartoni animati. Comunque lei osserva gli abiti giapponesi. Lei ha scritto solo 2 pagine, ma lì c'è la verità degli abiti giapponesi, se vi interessa, leggete il libro, non vorrei copiare più.
A parte questo La Pina ha scritto su shopping. Secondo lei, il nostro paese è un altro pianeta. Qua si compra tanto e si spende poco. Sì, certamente Uniqlo e GU sono economici, e Harajuku, Shimokitazawa e Koenji troverete il vintage, tuttavia quando ero giovane, facevo lo shopping a Isetan dove uno dei grandi magazzini di Shinjuku. Volevo acquistare gli abiti italiani, però sono carissimi per me, di conseguenza mi accontentavo di prodotto francese. Oggi il mio stipendio è un terzo di quel tempo, per questo compro i miei vestiti da Sakazen dove si compra gli abiti molto economici, ma non vi piacerebbero, perché non sono fighi (in giapponese si dice "Dasai", ricordatevi). Per quanto riguardano le taglie certamente noi siamo meno grandi di voi, per questo dovreste cercare le taglie giuste con fatica.
Le scarpe. Riguardo alle scarpe noi usiamo centimetri. Invece voi usate un altro modo, vero? Io non capisco perché La Pina ha scritto taglia S, M e L, se usa questo modo taglia P, M e G, giusto? Comunque usiamo centimetri. Detto tra parentesi la mia taglia è 26,5. Scusate, non vi interessa, vero? Solo un esempio. E ho capito una cosa. La Pina ha scritto per le donne (ma scritto anche uomini, però poco), esempio ha scritto:" le giapponesi non hanno tette grosse" oppure "Ciabattano e arrancano sui tacchi ( usare tacchi alti sono le donne o i transgender)" e "le ragazze che indossano scarpe come fossero bambine che giocano con le scarpe della mamma sono sexy". Eppure voglio leggerlo, peché voglio sapere le italiane dove vanno a Tokyo, magari voglio conoscerle a Tokyo.
La Pina ha scritto :" In tutti negozi accettano la cata di credito. Sì, esatto. Ma non sono tutti, i negozi privati piccoli non la accettano. La Pina ha scritto :" Cambiate i contanti nella vostra banca prima di partire in modo da non avere tassi troppo alti, ma nel caso dovreste rimpinguare il portafoglio vi do 2 dritti". E lei ha scritto sulla catena Seven Eleven. Anch'io lavoro in un Seven Eleven. Se aveste un problema, vorrei aiutarvi, ma voi parlate bene giapponese, non ha bisogno il mio aiuto, per questo non venite da me, vero? Sono triste. Comunque nel Seven Eleven c'è un bancomat e aperto 24 ore su 24, si può usare la carta di credito. è molto disponibile. Io so che solo una volta un cassiere di un supermercato mi ha fregato il resto a Roma, però questa cosa era colpa mia. Prima di partire a Roma, un mio amico italiano mi ha insegnato un proverbio :"Chi si fa pecora, il lupo lo mangia". Eppure io amo Italia. Vorrei dire una cosa, non esiste chi si offende di ricevere la mancia. Anche ai giapponesi piace la mancia, solo non abbiamo un'abitudine di dare e ricevere la mancia.
Ho scritto :" La pina ha dimenticato di scrivere festival estivi, si vanno a vedere i fuochi d'artificio", ma non è vero. Lei non ha dimenticato. La spiegazione di Kimono è questa prova. Scrivo un po'. Secondo La Pina, Yukata si usa alle terme dopo il bagno o ai festival estivi. Sono d'accordo la sua opinione. Lei ha ragione anche questo argomento sulla tradizione. Tutti indossano kimono o yukata per le feste e in occasioni speciali. Vabbeh, chiudiamo argomento su Kimono e Yukata.
Quelli che La Pina ha presentato, cioè Loft e Tokyu Hands sono le catene di negozi di Shibuya. Sì, certamente Tokyu Hands si trova anche nel Takashimaya di Shinjuku. Ma non c'è tanto quello che voglio, ah c'era uno. 10 anni fa vendeva un letto di magniflex, tuttavia prima di acquistarlo, è scomparso davanti a me. Daiso c'è vicino a casa di mia madre, come La Pina ha scritto, tutto a 100 yen.
E Don Quijote. C'è sulla via Shokuan, si vende tanta roba. La spiegazione leggete il libro.
Vorrei scrivere su "Yodobashi camera". Qui trovate elettrodomestici naturalmente economici. Ah, devo andare a letto. A domani. Ciao.