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L’evasione dell’Asahi Shimbun e un comodo messaggio anti-nucleare

2025年05月13日 15時55分35秒 | 全般

Il ruolo della GE a Fukushima: l’elusione dell’Asahi Shimbun e un comodo messaggio antinucleare
Perché l’Asahi Shimbun ha lasciato che GE sfuggisse alle sue responsabilità mentre utilizzava i suoi dipendenti per promuovere una retorica antinucleare?
Un silenzio rivelatore, tre anni troppo tardi

Fu solo il 30 marzo 2014tre anni interi dopo il disastro di Fukushima Daiichi — che l’Asahi Shimbun, infine e con riluttanza, accennò al fatto che il reattore fosse stato progettato dalla General Electric (GE) e che un difetto in quel progetto fosse la vera causa della catastrofe.
Anche allora, questa rivelazione era sepolta all’interno di uno dei loro articoli seriali antinucleari — soltanto poche righe.

Il rapporto affermava:

“Personale della GE si trovava presso il reattore n. 4 al momento del terremoto.
Fuggirono immediatamente.
La sede centrale della GE negli Stati Uniti organizzò quindi rapidamente la loro partenza dal Giappone.”


Perché lo ha detto la GE

Solo due giorni prima, l’Asahi aveva finalmente rivelato che la GE era il progettista originale dei reattori.
Quando il personale giapponese sollevò delle preoccupazioni — come l’assenza di una valvola di sfogo — la risposta fu secca:

“Perché così è stato progettato dalla GE.”

Il sito di Fukushima era stato volutamente livellato da una collina per creare un’area a bassa quota.
La GE insistette affinché i reattori fossero posizionati lì.
Posizionò anche tutte le fonti di alimentazione di emergenza dal lato rivolto verso l’oceano — rendendole completamente vulnerabili allo tsunami.
Ancora una volta, la giustificazione fu semplice:

“Perché lo ha detto la GE.”


Un pescatore, non un ingegnere

Nell’edizione del 7 dicembre 2014, l’Asahi intervistò Yukiteru Naka, rappresentante locale della GE a Fukushima.
Naka era un ex pescatore e attivista okinawense.
Perché fosse stato scelto come rappresentante della GE sul sito e quale competenza tecnica avesse resta totalmente oscuro.

Quando si verificò il terremoto, Naka non era presente nell’impianto.
Dopo aver appreso che l’alimentazione elettrica era fallita e che la centrale era in crisi, non tornò mai più.
Dichiarò di aver contattato la sede centrale della GE — ma di non aver ricevuto alcuna risposta concreta.


La parola finale: il segnale di virtù antinucleare

Nelle ultime righe dell’intervista, Naka offrì un giudizio conclusivo sul disastro:

“Un paese che ha subito un bombardamento atomico non dovrebbe mai gestire centrali nucleari.”

Permettendo a un dipendente della GE di pronunciarsi in modo così esplicitamente antinucleare, l’Asahi Shimbun riuscì a spostare abilmente la narrazione.
La responsabilità della GE venne messa da parte.
Al contrario, il giornale offrì alla GE una piattaforma per veicolare un messaggio antinucleare — perfettamente coerente con l’ideologia editoriale dell’Asahi.


(continua)


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